Perù e Bolivia zaino in spalla

Perù e Bolivia zaino in spalla

6 Aprile 2020 Off Di Simona Viaggia Come Il Vento

Last Updated on 2 Maggio 2022 by Simona Viaggia Come Il Vento

Federica è un’amica virtuale conosciuta su quello che secondo me è il social più sottovalutato: Twitter. La frase che campeggia sul suo profilo è Non diamanti ma biglietti aerei e non potrei essere più d’accordo.
Ad unirci è la passione per i viaggi e per la sua terra, la Sardegna, che io amo follemente. Federica non lo sa ancora ma è stata lei a darmi il coraggio di ripartire per i miei viaggi in solitaria. Sì Federica, proprio tu.

Ciao Federica. Benvenuta in questa mia rubrica dedicata alle esperienze di chi viaggia o ha viaggiato da solo. Come dicevo poco fa, mi sei stata d’ispirazione. Lottavo dentro di me tra un prenoto o non prenoto finché non ho visto la tua foto su Twitter in tenuta da backpacker e l’hashtag #peruinsolitaria. Se non ricordo male stavi per lasciare Lima.

Perù e Bolivia

È stato allora che mi sono resa conto di quanto le mie paure fossero infondate. Tu in viaggio da sola tra Perù e Bolivia ed io a farmi problemi per un weekend in compagnia di me stessa in una città europea.

Chi è Federica e come nasce la tua passione per i viaggi?

Ciao a tutti, sono Federica e ho quasi 42 anni. Vivo in Sardegna anche se ho vissuto spesso fuori dall’isola per motivi di studio e lavoro.

Già da piccolina sono sempre stata abituata a viaggiare. Non grandi mete. Provengo da una famiglia numerosa e non certo ricca, ma anche solo prendere la macchina e visitare i dintorni era un’abitudine familiare consolidata. A pensarci bene, i primi viaggi in solitaria sono stati quelli delle colonie estive. Il primo a soli 7 anni in compagnia delle mie sorelle nella bellissima Umbria. 20 giorni di completa distanza dai genitori e dalle abitudini.

Così avanti ogni estate, alla fine da sola, fino al compimento dei 17 anni. Esperienze in Trentino, in Friuli, in Valle d’Aosta. Sempre in montagna perché tanto il mare ce l’avevamo in casa. Così alle medie avevo deciso che avrei voluto fare l’alberghiero perché volevo vivere viaggiando.

La scuola alla fine non è stata quella, ma l’idea del viaggio non mi è mai passata perciò, se non le superiori, almeno l’università è stata ad indirizzo turistico.

Ora sono segretaria d’hotel, tendenzialmente stagionale. Lavoro 6 mesi e nel resto dell’anno organizzo i miei viaggi.

Qual è tra i viaggi finora fatti quello che ti ha cambiato maggiormente?

Sono due. Il primo è un viaggio on the road tra Norvegia, Finlandia e Svezia. La mia prima esperienza con il Tour Operator Avventure nel Mondo, un viaggio da sola con sconosciuti. Esperienza indimenticabile tanto per i luoghi che per le splendide amicizie.

Il secondo è il viaggio in solitaria tra Perù e Bolivia. Un mese in giro per questi due splendidi Paesi sudamericani, con i soli biglietti aerei prenotati.

Bolivia

La Laguna Colorada in Bolivia

Un anno fa circa eri in viaggio attraverso il Sud America. Qual è stato il tuo itinerario e quali sono state le motivazioni che ti hanno portato a scegliere quelle mete?

Erano anni che desideravo visitare il Perù. Mi ha sempre attirato. Vedevo quei documentari ricchi di colori, paesaggi mozzafiato, storia, cultura.

Ho studiato un po’ prima di partire ma non troppo. Soprattutto ho evitato di guardare foto dei luoghi più conosciuti. Volevo fosse tutto una sorpresa e così è stato. Son partita prenotando solo il biglietto aereo a/r e le prime due notti a Lima. Poi tutto all’avventura. Prenotavo l’ostello il giorno prima di partire da un luogo per arrivare ad un altro.

Perù e Bolivia

Villaggio Uros

Questo è stato il mio viaggio, niente di organizzato ma una serie di tappe che non volevo perdermi, a partire da Arequipa, poi il Lago Titicaca, il Salar de Uyuni in Bolivia, Cusco e Nazca. Tutte le altre mete sono arrivate ascoltando i consigli di altri viaggiatori conosciuti negli ostelli, sui bus che ho utilizzato per spostarmi sia di giorno che di notte, da amici che avevano già visitato quei Paesi.

Vuoi raccontarci il tuo viaggio lungo un mese tra Perù e Bolivia?

Ho iniziato il mio vagabondare in quel di Lima, la capitale peruviana. Giusto due giorni per visitare i siti più importanti e più veri e poi lontano dal traffico verso la costa.

Ho abbandonato il caldo soffocante di Lima per dirigermi verso Paracas, cittadina turistica sul mare alle porte di un parco naturalistico strepitoso. Da Paracas verso Arequipa, la città colorata, prima tappa in salita per preparare il mio corpo alle massime altitudini del Lago Titicaca, dove si superano i 4000 metri.

Bolivia

Isla del Sol

Brutta cosa il mal di montagna! Per fortuna avevo comprato le famose pillole che hanno limitato il mal di testa pungente. Ho visto gente in seria difficoltà ma, se si sale moderatamente e non si soffre di patologie particolari, è una cosa fattibilissima.

Sul Lago Titicaca ho passato tre notti, di cui una sull’Isola di Taquile dove ho vissuto un’esperienza unica, forse la più bella di tutto il viaggio. Dopo il Titicaca ho raggiunto la Bolivia.

Salar de Uyuni

Il Salar de Uyuni

La Paz prima, poi il Salar de Uyuni e le lagune dell’altipiano ai confini con il deserto di Atacama. Tappa assolutamente non prevista la città di Sucre, splendida cittadina conosciuta come la ciudad blanca. Un’altra puntatina sul Lago Titicaca e poi, finalmente, direzione Cusco, il mio sogno. Il viaggio in bus locale è stato alquanto rocambolesco, arrivo in notturna e programmazione dei giorni seguenti.

Da Cusco è iniziato il mio trekking verso Machu Picchu. Cinque giorni tra montagne e altitudini intorno ai 4600 mt, selva e foresta pluviale, dormendo in tenda in compagnia di altri 9 fantastici backpacker provenienti da diversi Paesi del mondo.

Salkantay Trek

Il Salkantay Trek

 

Salkantay Trek

Salkantay Trek

Il clou del viaggio Machu Picchu. Al solo pensarci mi emoziono ancora. Sveglia alle 4:30 per metterci in fila ai controlli passaporti e biglietti entro le 5, e poi 45 minuti di scarpinata devastante, al buio, su scalini a tratti vertiginosi. Sono arrivata in cima completamente fradicia ma emozionata come un bambino davanti ai regali di natale.

Macchu Picchu

Machu Picchu, la realizzazione di un sogno

Finito il Salkantay Trekking mi son presa una giornata di completo relax per recuperare le forze e poi, il giorno dopo ancora, un’altra escursione mozzafiato (in tutti i sensi) verso un’altra meraviglia della natura, la Montaña Winikunka o Montagna Arcobaleno a 5085 mt. Vento gelido e assenza di ossigeno ma lo spettacolo è incredibile.

Montagna Arcobaleno

E finalmente lo spettacolo della Montagna Arcobaleno

Un’altra giornata di relax e, con il magone, saluto Cusco in direzione di Nazca, l’ultima cittadina del mio viaggio. Ovviamente non si può andare a Nazca e non sorvolare le famose linee, Patrimonio Unesco dal 1994. Il volo è durato circa mezz’ora, per fortuna senza nulla nello stomaco. Assolutamente sconsigliato a chi soffre di mal d’aria a causa delle virate repentine.

Il viaggio si conclude con l’ultimo bus verso Lima in mezzo a paesaggi desertici e macchie di un verde accecante.

Trentaquattro giorni di pura emozione tra Perù e Bolivia che non dimenticherò mai.

Chi ha seguito su Twitter la tua avventura sa che hai macinato km e non intendo solo sui mezzi. Quello tra Perù e Bolivia è stato un vero e proprio trekking o mi sbaglio?

Non proprio. I trekking sono stati tanti ma, a parte quello di 5 giorni verso Machu Picchu, le altre sono state più che altro escursioni diurne o tour nei parchi, sempre accompagnata da guide esperte. Sarebbe davvero facile perdersi in certi luoghi.

Salkantay Trek

Salkantay Trek, direzione Macchu Picchu

Quale tra i luoghi visitati è stato la realizzazione di un sogno?

Senza dubbio Machu Picchu.
Tutto il viaggio è nato con il preciso scopo di arrampicarmi fino alle rovine Inca, e ringrazio il cielo di aver trovato sempre un tempo strepitoso. I giorni prima che arrivassi al sito, le compagne di stanza in ostello mi avevano raccontato che non erano riuscite a vedere nulla a causa del mal tempo. La fortuna è stata dalla mia parte.

Salkantay Trek


Giro in buggy, ponti tibetani, sandboarding, non sono sicuramente mancati i momenti adrenalinici nel tuo viaggio in Perù e Bolivia. Sei una donna avventurosa?

Molto avventurosa. Mi piacerebbe fare tanto di più, sempre nei limiti del possibile.

Perù e Bolivia


C’è un’immagine del tuo viaggio che mi ha colpita profondamente per la sua semplicità ma al tempo stesso per la sua potenza emotiva. Sei seduta insieme ad un bambino a Taquile sul Lago Titicaca. Non è la solita foto turistica. Cosa ti è rimasto di quella giornata?

Come dicevo prima è stata l’esperienza più toccante dal punto di vista umano.

Taquile

Avevo comprato un pacchetto da un Tour Operator italiano di turismo responsabile che ha una sede ad Arequipa. Avrei dovuto passare una notte sull’Isola di Taquile nel Lago Titicaca a casa di una famiglia del posto. Una serata in loro compagnia, cena e colazione.

Chi l’avrebbe mai detto che mi avrebbe segnato così tanto?

Ho incontrato il padrone di casa subito dopo il pranzo e, poiché doveva partire per un impegno imprevisto, mi ha lasciato nelle mani di Delma, la giovane moglie, e del resto della famiglia.

Isola Taquile

Delma ed il suo nipotino Eber

Tutto è iniziato con un giro dell‘isola. Seguivo questa piccola donna sempre intenta a filare la lana con il fuso ed Eber, il suo piccolo nipotino di soli 4 anni, che parlava e capiva solo la lingua quechua. Mi guardava interdetto ogni volta che gli ponevo una domanda ma era tenerissimo con quei suoi zoccoletti ed i vestiti vecchi, con l’immancabile copricapo tipico del luogo.

Una lunga passeggiata e poi a casa in attesa della cena. Forse per abitudine o forse per la paura di condividere tutto il suo tempo solo con me, la padrona di casa ha invitato anche il fratello con la famiglia ed il cugino single. Probabilmente tutti molto giovani, ma che la fatica del lavoro avevano reso molto più vecchi.

Isola Taquile

Una partita a carte con i bambini prima di apparecchiare la tavola e poi tutti insieme abbiamo condiviso un’ottima zuppa di quinoa, le immancabili patate e il riso bianco che si mangia come accompagnamento ovunque e con ogni pietanza.

È stato bello guardarli chiacchierare in quechua, la loro lingua, sorridere e giocare con i bimbi. Capivo un terzo dei loro discorsi ma non mi sono mai sentita né a disagio né esclusa. Ogni tanto mi traducevano le loro parole e provavano ad insegnarmi un po’ di termini (non ne ricordo neanche uno, ahimè).

Finita la cena uno spettacolino dei bambini. Ognuno ha cantato una canzone e, come omaggio alla ragazza italiana in viaggio da sola, mi hanno regalato una versione di Bella Ciao che aveva insegnato loro un ragazzo che mi aveva preceduto qualche mese prima.

Finalmente a nanna.

La colazione è stata una delle più buone di tutto il viaggio. Pancake e pane fritto (in un olio che non so per quante fritture sia stato usato), tutto cucinato davanti ai miei occhi e poi marmellata e del tè nero.

Un saluto veloce dai bambini che andavano a scuola e poi nuovamente in partenza.

C’è un’esperienza fatta in questo viaggio tra Perù e Bolivia che non dimenticherai mai?

Certamente quella di Taquile ed il trekking devastante per Machu Picchu.

Un piatto per ogni Paese sudamericano visitato in questo tuo lungo viaggio.

Diciamo che la cucina non era molto variegata. A parte il ceviche, piatto tipico peruviano che io non amo particolarmente, il cibo che ho adorato di più era quello dei banchetti per strada: pollo e papas fritas, empanadas.

Perù e Bolivia

Diciamo che tra il cibo del Perù e della Bolivia non ho trovato grandi differenze. Pollo in tutte le versioni, zuppe di quinoa e riso.

La frutta esotica poi, semplicemente unica.

Ti sei mai sentita sola durante il tuo viaggio?

A volte sì, soprattutto nei lunghi viaggi in bus. Ma è stato talmente facile fare amicizia tanto negli ostelli che nei tour che, a volte, la solitudine la cercavo proprio.

C’è stato un momento in cui ti sei sentita in pericolo?

Mai. La paura il più delle volte è condizionata dalle esperienze altrui. L’unico momento in cui non sono stata tranquilla al 100% è stato alla stazione di Cusco, appena arrivata col bus.

Era sera tardi e c’era una marea di gente che girava tra bagagli, barettini ed autisti abusivi. Alla fine ho trovato un autista gentilissimo che mi ha accompagnato in ostello.

In tutto il viaggio questa è stata l’unica volta.

Quali consigli daresti ad una ragazza che viaggia da sola?

Di comportarsi esattamente come fa quando esce da sola nella sua città. Noi non siamo mai completamente al sicuro, neanche nei nostri luoghi familiari. Credo siano più pericolose alcune zone delle nostre città. Io ho trovato disponibilità, gentilezza, facilità negli spostamenti. Il buon senso è sempre un ottimo consigliere.

Cosa non dovrebbe mancare assolutamente nello zaino/trolley di chiunque intraprenda un viaggio da solo? Ci sono oggetti essenziali che senti di consigliare?

Certo dipende dalla meta scelta. Io in genere prediligo mete poco occidentalizzate, perciò zaino in spalla e questo soprattutto perché in certe zone le strade sono disconnesse o sterrate ed il trolley sarebbe impegnativo e scomodo.

In questo viaggio è stata fondamentale la torcia frontale, il lucchetto per i mobiletti degli ostelli, uno zainetto per le escursioni ed un piccolo marsupio per soldi e documenti.

Poi nel mio zaino non può mancare la reflex, pesante ma per me indispensabile. Tutto il resto, a mio parere, è quasi superfluo.

Quando l’emergenza Covid sarà finalmente un brutto ricordo quale lungo viaggio ti aspetta?

Per febbraio/marzo avevo in mente di fare un altro viaggio in solitaria in Cambogia e Vietnam. Ma per vari motivi avevo già rimandato il viaggio.
Quando sarà possibile ripartirò perciò verso Oriente, sempre zaino in spalla.

 

Grazie Federica per averci fatto viaggiare insieme a te tra i tesori del Perù e della Bolivia!

Twitter: Federica