Cosa vedere a Breslavia in 3 giorni

Cosa vedere a Breslavia in 3 giorni

Last Updated on 21 Luglio 2020 by Simona Viaggia Come Il Vento

Breslavia è una di quelle città che ti fanno perdere la testa al primo sguardo. Sembrerà un’affermazione banale ma sfido chiunque ad arrivare a Rynek, la Piazza del Mercato, e a non rimanere folgorato dinanzi a quel capolavoro di architettura gotica che è il Municipio.

La curiosità di scoprire Wroclaw, questo il suo nome in polacco, era davvero grande perchè più di un blogger mi aveva fatto capire che, sì, Cracovia è bella ma Breslavia è speciale. Ed io Cracovia l’avevo amata. No, non poteva superarla, mi ero detta.
Eppure quando al termine dell’ Ul. Oławska ci siamo trovate di fronte la facciata orientale del Municipio avvolta dalle prime luci della sera, be’ lì quasi mi sono commossa per la sua bellezza e per l’atmosfera in cui era avvolta.

Il nostro arrivo

Atterriamo a Breslavia in perfetto orario nonostante nei cieli di tutta Europa ci siano temporali in corso. Wizzair, la compagnia aerea che da Bari ci porta in Polonia, questa volta non fa scherzi con gli orari.
Il nostro hotel si trova a pochi metri dalla Galeria Dominikańska e in poco più di 30 minuti grazie al Wro Airport Express siamo già lì.
La nostra è l’unica fermata intermedia tra l’aeroporto e la stazione centrale e con appena 2,50 € siamo al nostro hotel.

Sono le otto di sera e ci buttiamo subito in strada con una fame da lupi. È sabato sera e nonostante la pioggia abbia da poco abbandonato il cielo, c’è un gran fermento in giro. E, sopresa, sorpresa, ancora tanta luce. Il sole non calerà prima delle 9.

Sul nostro cammino incontriamo subito un numero incredibile di gnomi. Eh sì, Breslavia negli ultimi anni è diventata famosa per la presenza di piccoli gnomi di bronzo disseminati per tutta la città. Mi sono giocata proprio la carta di queste curiose figure per convincere la piccola viaggiatrice ad intraprendere questo viaggio con me.

Wroclaw Dwarf

Uno degli gnomi di Rynek

Improvvisamente il nostro sguardo si apre su Rynek e sul suo Ratusz, il municipio gotico, ed un sincero wow si libera dalla nostra bocca. Anche la piccola viaggiatrice ne è colpita e tutto ciò mi solleva enormemente. Capisco che ne ha colto subito la bellezza.

Breslavia

Il municipio gotico di Breslavia

Rynek, questa enorme e suggestiva piazza che persino sotto un cielo plumbeo riesce a trasmettere allegria con i suoi colori ci fa subito sue. Bolle di sapone giganti liberate da bambini e giocolieri ondeggiano lentamente nell’aria. Sembrano quasi ballare sulle note del violino che una ragazza suona con maestria in un angolo.
Incantate dai colori cominciamo a percorrere la piazza ammirando le diverse facciate. E non è mica cosa di pochi minuti visto che Rynek è una delle piazza più grandi d’Europa.

Breslavia

Tutti si possono cimentare con le bolle di sapone!

Ad occhio, così, mi sembra persino più grande di quella di Cracovia. La realtà è che, a testa in su, a Rynek si potrebbe girare per ore persi tra i diversi stili architettonici degli edifici. Ora è il gotico, ora è il rinascimentale, ora è l’Art Nouveau. Ad ogni sguardo, anche il giorno dopo, ci sembra di vedere un nuovo particolare.

Rynek, Breslavia

Rynek

Rynek, Breslavia

Rynek

Rynek, Breslavia

Rynek

Rynek, Breslavia

Rynek

Rynek, Breslavia

Rynek

Rynek, Breslavia

Rynek

Rynek, Breslavia

Rynek

Rynek, Breslavia

Rynek

L’aria è fresca, forse persino più di quanto ci saremmo immaginate, ed un certo languorino si va affacciando oltre alla voglia di un po’ di caldo. I ristoranti ed i pub intorno alla piazza sono gremiti e così, nel nostro curiosare nelle strade adiacenti, finiamo per imbatterci in un grazioso ristorante con cucina indiana mista a thailandese dalla piacevole e calda atmosfera. Sembra un locale alla moda e difatti il conto è un po’ più alto di quella che sarà la media qui a Wroclaw.

Ma non crediate mica che mi sia persa la cucina polacca in questo viaggio! Tutt’altro! Ne ho fatto una scorpacciata.

Il gusto inebriante del latte di cocco sarà il sapore della nostra prima serata oltre all’entusiasmo di una simpaticissima cameriera nel sapere che siamo italiane. Ci chiede quasi sorpresa cosa ci facciamo in Polonia. Ma cara, io ormai mi sono innamorata del tuo Paese!

Avvolte nel nostro piumone (Ebbene sì, a metà luglio. BEATITUDINE) ci abbandoniamo nelle braccia di Morfeo con un sorriso stampato in volto.

Cosa vedere: la Breslavia dotta e le sue isole

Il nostro secondo giorno a Breslava ahimè è nel segno del maltempo. L’idea iniziale è di cominciare il nostro giro di torri per ammirare Breslavia dall’alto ma con la pioggia non riusciremmo a goderci nulla. Decidiamo così di concentrarci su chiese e musei in attesa delle schiarite previste per la giornata.

Da Rynek giungiamo alla chiesa gotica di Santa Elisabetta passando sotto una porta ad arco che unisce un edificio barocco, Malgosia, ed uno più piccolo rinascimentale, Jas, rendendoli apparentemente un unicum. Hänsel e Gretel, è così che li chiamano affettuosamente gli abitanti di Breslavia. La costruzione della Chiesa di Santa Elisabetta risale al XIV sec. Circa un secolo dopo fu terminato il campanile. Pensate che a quei tempi, con i suoi 130 m di altezza, era considerato il più alto della Slesia. Ma quella del campanile è stata un’esistenza un po’ sfortunata. Nel 1529 a causa del forte vento crollò la guglia e nel 1975, dopo la ricostruzione in stile rinascimentale, fu distrutto da un incendio.

A colpirmi, ma questo soltanto quando vedrò finalmente splendere il sole su Breslavia, è il tetto con motivo a scacchiera di colore verde e rosso. Sotto la pioggia non ne avevo apprezzato la particolarità, anzi direi che era passato del tutto inosservato, ma quando finalmente i raggi estivi illuminano le tegole ecco che l’effetto quasi cangiante cattura il mio sguardo.

Chiesa Santa Elisabetta

Lo splendido tetto con motivo a scacchiera e davanti Jas e Malgosia

Al suo interno domina la semplicità: bianco e mattoncini rossi e tre alte navate. Non deve sorprendere considerando che per almeno 400 anni è stata una chiesa luterana. All’austerità del gotico nordico fa da contraltare il presbiterio barocco con un altare del 1600 sormontato dalla Madonna Nera di Czestochowa affiancata da statue di evangelisti e di angeli. Una bella luce soffusa penetra attraverso le stupende vetrate decorate alle sue spalle.

Chiesa di Santa Elisabetta

Il presbiterio barocco con la Madonna Nera

La visita alla Chiesa di Santa Elisabetta non sarebbe completa senza salire i circa 300 gradini all’interno della torre che regalano una vista spettacolare su Rynek ma, sfortunatamente per noi, la pioggia sta battendo così forte che non potremmo goderci il panorama.
L’idea è di tornarci in seguito ma purtroppo ci mancherà il tempo. Ma tranquilli eh, perchè non ci siamo fatte scappare le altre torri di Breslavia!

Non ci allontaniamo che di poche centinaia di metri quando percorrendo Ul. Odrzańska giungiamo allo Stare Jatki, la Via delle Antiche Macellerie. Una piccola stradina lastricata di sanpietrini dal sapore medioevale dove un tempo c’erano i banchi dei macellai. Oggi questa viuzza dall’aspetto pittoresco ospita piccole gallerie d’arte dai tetti e dalle travi di legno scuro che conferiscono a questo angolo di Breslavia un aspetto di altri tempi. Vale la pena fare un giro tra le botteghe artigianali dove si trovano i manufatti degli artisti locali. Tra tutte le lavorazioni prevale senza dubbio quella del vetro. Una via quella delle Antiche Macellerie che nel corso degli ultimi decenni ha visto un importante lavoro di recupero. Alzate lo sguardo oltre le botteghe in legno per ammirare le casette colorate poste al secondo piano.

Stare Jatki

Forse la stradina preferita dai bambini a Breslavia 🙂

A ricordare il passato di questa via restano alcune statue di bronzo raffiguranti degli animali da cortile. Un insolito omaggio (anche un po’ macabro se ci pensate bene) che sembra divertire gli ignari bambini che non possono resistere alla tentazione di salire in groppa alle statue.

Lasciato lo Stare Jatki ritorniamo verso Rynek per dirigerci verso l’Università. Imboccata Ul. Kuźnicza ecco che il sole fa capolino tra le nuvole. Finalmente un bell’azzurro si impadronisce del cielo. Via gli ombrelli, possiamo goderci la città ed i suoi panorami.

L’Ul. Kuźnicza è una di quelle vivaci strade pullulanti di cafe e bar frequentati da studenti. Nulla di sorprendente vista la vicinanza con l’università. Tra i tanti ce n’è uno che attira subito la mia attenzione per il suo eclettismo. Sono sicura che anche voi sareste colpiti da un gigantesco scorpione dalle ali colorate posato lungo la parete o da un coccodrillo legato ad un palloncino rosso che si libra in volo.

Questo insolito bar dalle atmosfere un po’ bohémien con colori accesi alle pareti, scale in ottone e vetrate colorate che ricordano lo stile liberty è l’Art Cafe Kalambur.
Un ex teatro trasformato in un iconico locale con alle spalle ormai più di 30 anni di storia che di sera si trasforma in un music bar dalla atmosfere fumose. Strano ma vero al Kalambur si può ancora fumare, anche se per soli 4 giorni alla settimana.

Art Cafe Kalambur

Oh oh, mi è semblato di vedele un insetto gigante

Art Cafe Kalambur
L’eclettico Art Cafe Kalambur di Breslavia

In fondo alla strada, sotto un cielo finalmente azzurro, ecco comparire il maestoso edificio dell‘Università di Wroclaw nel suo splendido abito barocco.  Varcato il suo portone azzurro ed oro di rara bellezza si entra nel museo dell’università che custodisce tre sale espositive, l’Aula Leopoldina, l’Oratorio Mariano e la Torre della Matematica.

Breslavia

Un portone di rara bellezza quello del Museo dell’Università di Breslavia

Il nostro giro comincia proprio dalle sale espositive dedicate ad alcuni dei più importanti studiosi polacchi. Qui si racconta, attraverso alcune collezioni, la storia dell’università stessa dal XV secolo in poi. Si incontrano strumenti scientifici, collezioni provenienti da viaggi, busti e dipinti e raccolte entomologiche.

Breslavia

Una delle sale espositivo del museo

Al piano terra abbiamo già un primo assaggio di rococò con l‘Oratorio Mariano che ancora oggi utilizzato come sala da concerti. Nato come cappella monastica, fu trasformato in sala concerti dopo la secolarizzazione dell’ordine dei Gesuiti. Qui hanno rieccheggato le note di straordinari musicisti come Johannes Brahms e Paganini.

Ma è entrando nell’Aula Leopoldina che, davanti all’apotesi del barocco, si resta senza parole. Una grande porta in rovere segna l’ingresso in quella che è l’aula magna dell’università ed in cui ancora oggi si inaugura l’anno accademico. Stucchi, affreschi, statue, ritratti di imperatori, filosofi e poeti, nell’Aula Leopoldina si assiste alla fastosa celebrazione degli Asburgo, fondatori e benefattori dell’Università, ma anche delle Arti e della Saggezza Divina, quest’ultima magnificamente riprodotta su una volta con un trompe l’oeil.

Aula Leopoldina

Entriamo nell’Aula Leopoldina

Aula Leopoldina

L’apoteosi del barocco

Aula Leopoldina

Non si può staccare lo sguardo

Aula Leopoldina

Aula Leopoldina

Aula Leopoldina

Attraverso le scale imperiali riccamente affrescate, saliamo verso l’ultimo piano sormontato dalla Torre della Matematica. Il piano ospita un’esposizione dedicata all’astronomia. Qui abbiamo l’impressione di vivere un salto spazio temporale. Il barocco lascia il posto alla modernità e alla scienza. Al legno ed agli stucchi si sostituiscono acciaio, colori bui, cieli stellati. Argentea è la salita sul terrazzo da cui si domina il panorama. Eccoci lassù a 41 metri. Il cielo azzurro è puntellato di soffici nuvole.

Università di Wroclaw, Breslavia

Un’adorabile vista sui tetti

Torre della Matematica

Una delle statue allegoriche

Ai quattro angoli si ergono con lo sguardo rivolto alla città le statue allegoriche della Medicina, della Filosofia, del Diritto e della Teologia che come noi si godono il panorama sulla città e sul fiume Oder e le sue isole.

L’Oder, proprio lui ora ci aspetta.

Cosa fare: navigare sull’Oder

Varcato l’arco che collega il Museo e l’Istituto di Geografia arriviamo sull’Oder. Visto che la piccolina è un po’ stanca e c’è la postazione dei battelli proprio sul ponte di fronte a noi decidiamo di approfittarne per fare subito il tour. Due biglietti ci costano 50 zloty appena. La Polonia si conferma ancora una volta una meta low cost. Attendiamo circa 20 minuti su una piccola imbarcazione da 10 posti al massimo. Non si presenta nessuno e così partiamo per un inaspettato giro privato.

La vista della città dal fiume Oder è piacevolissima, soprattutto ci dà ancor di più l’impressione che a Breslavia si viva bene e ci si goda la vita. Ci sono ragazzi distesi sui prati a leggere, gente seduta ai tavolini del bar e le rigogliose e verdi fronde degli alberi accompagnano tutto il giro.

Il nostro è un tour dei ponti. Dal pedonale Kladka Slodowa di un allegro giallo fluo al Most Piaskowy (il Ponte di Sabbia), dal Most Pokoju nei pressi del Museo Nazionale interamente ricoperto di edera al Most Grunwaldzki, uno dei ponti sospesi più lunghi della Polonia.
Ovviamente non può mancare nel tragitto il Most Tumski che collega l’Isola di Sabbia ad Ostrów Tumski

Kladka Slodowa

Il Kladka Slodowa dal vivace colore giallo fluo

Most Piaskowy

Il Most Piaskowy, il Ponte di Sabbia

Most Grunwaldzki

Il Most Grunwaldzki

Breslavia

Il Most Tumski

Il tour è indubbiamente diverso da quelli fatti finora. Nessuna audioguida a spiegarci cosa vedere a destra ed a sinistra, piuttosto un capitano disponibilissimo che ci racconta quanto incontriamo lungo il fiume con un sottofondo musicale genere Cavalcata della Valchirie che mi fa sorridere. Non appena il letto dell’Oder si allarga e le barche si diradano, lascia il timone alla piccola viaggiatrice che un po’ timorosa ma entusiasta assume il comando.

Oder

Giovani comandanti crescono

Con un occhio sulle bellezze di Breslavia ed uno sulla distanza dell’imbarcazione dai pilastri dei ponti 🙂 ci godiamo dall’acqua alcune delle isole sull’Oder e gli edifici che costeggiano la riva destra.Torniamo al punto di attracco mentre le nuvole si addensano compatte e minacciose.

L’Ulica Grodzka

Ossolineum

L’Ossolineum

Percorriamo l’Ul. Grodzka con i suoi palazzi istituzionali. Davanti a noi, stretto tra due edifici, l’ingresso in ferro battuto dell’Ossolineum, un palazzo barocco del XVII secolo che custodisce una delle più grandi collezioni di libri dell’intera Polonia. Entriamo e percorriamo una stradina. Ci sono un paio di ragazzi con tavolozza e cavalletto intenti a dipingere. Sono sicuramente studenti dell’accademia d’arte. Ecco, questo suo animo di piccola città universitaria è uno degli aspetti che ho amato di più di Breslavia. Questo nostro continuo incontrare per strada giovani musicisti e cantanti del conservatorio ed artisti impegnati nelle loro performance ci ha dato una dimensione umana di Breslavia. Giovane e frizzante con un animo artistico che spunta ad ogni angolo.

Ma torniamo all’Ossolineum. Purtroppo a luglio è chiusto e non possiamo visitarlo ma varcato un arco ci troviamo in uno splendido giardino barocco con un gioco di siepi.

Ossolineum

A Breslavia non temete mai di varcare archi e cortili. Scoprirete sempre meraviglie nascoste

A proposito, un’altra delle incredibili sorprese di Breslavia sono i suoi cortili. Non temete di affacciarvi in qualche portone o sotto qualche arco. Al di là vi aspettano graziosi cortili spesso popolati da cafè e ristoranti che lasciano a bocca aperta.

Cosa vedere: le isole

Ci dirigiamo verso quel mosaico di isole che è la parte nord di Breslavia non prima però di aver fatto uno stop rifocillatore nel ristorante accanto all’ingresso di Hala Targowa, il mercato coperto.
Attraversiamo il Most Piaskowy, il primo dei ponti che collegano tra di loro le 12 isole della città. Di un bel colore rosso con due corsie pedonali ai lati ed una parte centrale attraversata da tram e macchine, il Ponte di Sabbia, questa la traduzione del suo nome, è il ponte più antico della città e collega il centro storico di Breslavia con Wyspa Piasek, l’Isola di Sabbia. Costruito inizialmente in legno con tanto di ponte levatoio, fu riproggettato nella sua attuale veste ed innalzato leggermente per sostenere il maggiore flusso di pedoni e mezzi e per adattarsi all’aumentato traffico fluviale.

Most Piaskowy

Il Most Piaskowy

Attraversiamo Wyspa Piasek senza indugiare troppo in giro.  A destra ci aspetta il famoso Most Tumski che segna l’ingresso ad Ostrów Tumski, l’Isola della Cattedrale, mentre a sinistra il Most Młyński. Deviamo brevemente verso quest’ultimo perchè ho letto di uno storico mulino, il Młyn Maria, tra le isole Młyńska e Piasek, ma ahimè sono già in corso i lavori che lo stanno trasformando in un complesso residenziale.

Most Młyński

Il Most Młyński attraversato da un tram storico

Ci dirigiamo verso quello che è il ponte più famoso di Breslavia, il Most Tumski, conosciuto anche come Ponte dell’Amore per via delle migliaia di lucchetti che lo infestano. Quello che per me è un povero ponte deturpato dai lucchetti è per la piccola viaggiatrice oggetto di occhi a cuoricino, di decine di foto e di messaggi alle amiche quasi fosse davanti al Santo Graal.
Seppure per motivi diversi il Most Tumski fa effettivamente rima con cuore. Leggenda vuole che le coppie che si baciano sotto il suo arco si ameranno in eterno.

Most Tumski

Il Most Tumski

Siamo dunque ora nell’Isola della Cattedrale che è la parte più antica di Wroclaw. Una volta cuore della città, con il tempo è divenuta il suo centro religioso per la presenza di chiese come la Cattedrale di San Giovanni, la Chiesa di Santa Croce e l’antico Museo dell’Arcidiocesi e tanti altri edifici religiosi. Questa sua peculiarità si percepisce subito anche negli incontri, saranno infatti tanti i religiosi in cui ci imbatteremo tra le sue viuzze. Abbiamo in programma di tornare il giorno seguente per visitare le principali chiese pertanto ci limitiamo ad un giro sull’isola.

Il silenzio sembra avvolgere Ostrów Tumski. Un quartiere davvero curioso perchè, nonostante ne arrivino di turisti per visitare le sue bellezze, è una vera e propria oasi di quiete in cui mancano persino i ristoranti. Tanto che la mia idea di trascorrere qui la serata in un locale carino e sicuramente meno turistico fallisce miseramente.

Ostrów Tumski

Ostrów Tumski e le sue casette colorate

 

Ostrów Tumski

Ostrów Tumski

Ritorniamo verso Rynek con la pioggia che ha ricominciato a cadere con insistenza. Questo per noi insolito freddo di luglio ci spinge a trovare rifugio in un ristorante vicino al municipio per farci coccolare al calduccio con un’ottima zuppa. Non mi dispiacciono affatto queste temperature soprattutto se accompagnate dai corposi piatti della cucina polacca.

Cosa fare: vedere Breslavia dall’alto

Il nostro terzo giorno a Breslavia è all’insegna del cielo grigio e delle viste panoramiche sulla città.
La nostra prima meta è la Cattedrale di Santa Maria Maddalena che si trova a breve distanza da Rynek. Realizzata in mattoncini rossi, questa chiesa gotica è stata costruita sulle rovine di almeno altri due precedenti edifici. Nel XV secolo furono completate le sue torri la cui caratteristica principale è quella di essere collegate tra di loro da un ponticello. Non un ponte qualunque a dir la verità, ma un ponte stregato. No, no, non abbiate paura, non è così terribile come può sembrare.

Il Mostek Pokutnic, questo il nome in polacco, ovvero il Ponte delle Streghe o Ponte delle Penitenti, è uno dei punti panoramici più belli di Breslavia e di qui si può ammirare perfettamente la Piazza del Mercato in tutta la sua bellezza. L’ingresso nella chiesa con alte navate bianche e rosse è gratuito ma con 5 zloty, appena 1,50 €, potete salire i circa 247 gradini della sua torre e giunti a 45 metri di altezza passeggiare sulla passerella e godere di un panorama unico.

Rynek

La spettacolare vista dal Mostek Pokutnic

Ma torniamo al curioso nome di questo ponte che suggerisce l’esistenza di una leggenda o forse anche due. Dovete sapere che poco dopo la costruzione del Mostek Pokutnic cominciò a circolare la voce che di notte lassù in alto si sentissero strani rumori simili al suono dello spazzare. Ci volle poco affinchè i genitori cominciassero a terrorizzare le proprie figlie indisciplinate raccontando loro che le anime delle ragazze che preferivano divertirsi invece che diventare mogli e madri esemplari erano condannate a pulire e spazzare il ponte ogni notte.

Un’altra leggenda, forse la più verosimile vista la paura della stregoneria tanto diffusa anche in Polonia fino al XVII secolo, racconta che le donne accusate di stregoneria dovessero camminare sul ponte. Se riuscivano ad attraversarlo erano state aiutate da satana ed erano dunque streghe.

Mostek Pokutnic

Eppure mamma ce l’aveva detto! Comportatevi bene, non siate frivole e trovatevi presto un marito! Ma noi no, ed eccoci qui ora a spazzare il ponte da mattina a sera!

Lasciata la Chiesa di Santa Maria Maddalena decidiamo di entrare da Fenics, il più famoso grande magazzino di Breslavia. Devo dire che l’aspetto interno tradisce le nostre aspettative. Quello che esternamente è un bell’edificio in stile liberty al suo interno è un negozio fermo esteticamente e non solo agli anni ’80. Insomma non perdete ad entrarci.

La nostra tappa successiva è Hala Targowa, il grande mercato al coperto, che si trova poco prima del Ponte di Sabbia. Visivamente mi ricorda il Nagy Vasarcsarnok di Budapest anche se non ne ha lo stesso fascino archittettonico eppure al suo interno vi trovo molta più autenticità. Il mercato infatti ha davvero pochissimo di turistico, vi è addirittura una sezione sul fondo dove ci sono le corone di fiori per i funerali. Un po’ macabro penserete voi ma questo per me definisce il grado di genuinità del mercato.

Hala Targowa

L’edificio che ospita il mercato coperto

Hala Targowa

L’ingresso di Hala Targowa

Davanti a noi una colorata distesa di frutti di bosco e fragole e poi finferli di cui avrei fatto volentieri una scorpacciata se solo avessi avuto un frigobar nella mia camera! Giusto un paio di turisti si aggirano come noi tra le bancarelle, per il resto la tipologia di acquisti e la lingua rivelano la provenienza locale.
Se vi piace curiosare tra i mercati allora un salto ad Hala Targowa non posso che consigliarvelo. È sulla via per l’Isola della Cattedrale e la visita non vi ruberà molto tempo.

Hala Targowa

Una distesa di finferli e frutti di bosco!

Hala Targowa

Per i più golosi

Hala Targowa

Le sue alte volte mi hanno ricordato il mercato di Budapest

Ripercorriamo il tragitto del giorno precedente accompagnate dal dlin dlin dei tram che sferragliano sui binari lungo l’Isola di Sabbia. Credo di cominciare a subire il fascino di questi mezzi dal passo lento. Attraversato il Most Tumski dopo pochi metri siamo già nella plac Kościelny dove svetta una delle costruzioni più belle di Ostrów Tumski: la Collegiata di Santa Croce, una chiesa davvero unica sotto molti aspetti.

La Collegiata fu donata dal duca di Slesia Enrico IV il Probo al vescovo di Breslavia come segno di riconciliazione. Costruita nel XIII questa chiesa gotica ha la particolare caratteristica di essere formata da due edifici: la chiesa di San Bartolomeo situata nel piano inferiore e quella della Santa Croce al piano superiore. Due chiese perfettamente sovrapposte. Fino alla seconda guerra mondiale la chiesa di Santa Croce ha custodito le spoglie di Enrico il Probo.

All’interno di questa imponente chiesa di mattoni rossi è ospitata temporaneamente Michelangelo’s Sistine Chapel: The Exhibition.  A grandezza quasi naturale e con tecnologie d’avanguardia sono rappresentante le riproduzioni degli affreschi della Cappella Sistina. La mostra si protrarrà fino al 31 dicembre, se siete a Breslavia fino a quella data e volete ammirare i dettagli degli affreschi ad una inedita vicinanza fateci un salto.

Collegiata della Santa Croce

L’ingresso della Collegiata

Poche centinaia di metri di strade acciottolate e di edifici colorati ci separano dalla Cattedrale di San Giovanni Battista, un capolavoro di architettura gotica. Le sue due imponenti torri sovrastate da guglie le avevamo già notate durante il nostro giro in battello, ora le osserviamo da vicino con i suoi doccioni verde rame dalle sembianza di drago.

Breslavia

Le alte torri, le più alte di Breslavia, della Cattedrale di San Giovanni Battista.

Cattedrale di San Giovanni Battista

I doccioni

Acquistiamo il biglietto per salire sulla torre ma prima di prendere l’ascensore ci perdiamo a testa in su tra le tre maestose navate della cattedrale immerse nella penombra. La luce penetra attraverso le grandi vetrate gotiche che raffigurano i santi patroni della cattedrale. Ai lati della navata ci sono archi a punta in mattoncini rossi. Si contano ben 20 cappelle sia gotiche che barocche ed in alcune di queste sono presenti opere d’arte di famosi artisti europei. Purtroppo parte dell’abside è in fase di restauro ed è coperto da teli che riproducono la parte di cattedrale oggetto di lavori.

Cattedrale di San Giovanni

Una delle vetrate

Un ascensore ci porta su lungo i 97 metri della torre nord. Siamo finalmente in cima. La terrazza è circondata da grate di protezione e, con il vento che soffia mica poco, non mi dispiace davvero. Il panorama non ha la moltitudine di colori che si può ammirare dal Mostek Pokutnic ma c’è l’Odra sotto di noi con i suoi battelli e la pittoresca Ostrów Tumski, il cuore di Breslavia, con le sue stradine medievali silenziose.

View from the Cathedral of St. John the Baptist,Breslavia

La vista dalla torre

Cosa fare: scoprire il passato di Breslavia

Torniamo verso Rynek e di lì ci buttiamo sulla più piccola ma altrettanto colorata Plac Solny, la Piazza del Sale, dove ogni giorno si tiene il mercato dei fiori. Costruita nel XIII, era adibita al commercio del sale, di qui il suo nome. Dato il valore di questo bene in epoche passate non deve soprendere che in Plac Solny si trovasse anche la Vecchia Borsa. L’edificio in stile neorinascimentale, riconoscibile per le sue 4 colonne corinzie e lo stemma con la lettera W, oggi ospita una banca ed alcuni ristoranti.

Plac Solny,Breslavia

Plac Solny

Nonostante la bellezza quasi ipnotica degli edifici di Rynek che, credetemi, vi spingerà a tornare e ritornare nella piazza ed a godervela seduti ad i tavolini di uno dei tanti ristoranti o inseguendo le bolle di sapone che si librano nell’aria, vi consiglio di spingervi verso Ul. Swidnicka.

Un tempo era considerata la strada più elegante di Breslavia, tanto da ospitare diversi grandi magazzini e persino delle scuderie. Molti degli storici edifici oggi sono la sede di note catene di abbigliamento ma devo dire che la strada mantiene il suo fascino nella sua commistione tra antico e moderno.

È lungo la Ul. Swidnicka che i passanti sono salutati dal sorriso ironico ed irriverente di Papa Krasnal, il decano degli gnomi di Breslavia. Krasnale in lingua locale significa appunto gnomi. Ora dovete sapere che, per quanto queste piccole figure di bronzo disseminate nella città siano ormai un’attrazione turistica, hanno giocato un ruolo decisamente importante nella storia politica di Wroclaw.

Papa Krasnal,Breslavia

Papa Krasnal, il capostipite della popolazione di gnomi di Breslavia

Lo gnomo infatti negli anni ottanta ha rappresentato una forma di dissidenza politica nei confronti del regime comunista ad opera di un movimento di protesta chiamato Orange Alternative. Gnomi dipinti sui muri della città come forma di protesta al posto di slogan sovversivi erano l’arma del movimento.

Nonostante il regime censurasse  le immagini degli gnomi coprendoli con la vernice, i dissidenti continuavano a dipingerne di nuovi. Con la caduta del comunismo il movimento non ebbe più ragione di esistere ma a commemorare gli anni della protesta nel 2001 fu eretta la statua di Papa Krasnale in Ul. Swidnicka, la via dove erano solite avere luogo le proteste.

Da allora gli gnomi si sono diffusi sempre di più, dapprima su iniziativa della città stessa, in seguito su commissione delle varie attività commerciali. Nel giro di alcuni anni la loro popolazione è aumentata in maniera esponenziale tanto da contare tra le 300 e le 400 statuine. Se siete a Breslavia con i vostri bambini armatevi di una mappa degli gnomi di Breslavia ( e sì, esiste anche quella) oppure organizzate una bella caccia al tesoro. Sono sicura però che anche senza pargoli non potrete fare a meno di andare alla ricerca di questi curiosi piccoli abitanti di bronzo.

Wroclaw Dwarf,Breslavia

L’impegno politico c’è sempre

Wroclaw Dwarf,Breslavia

L’investigagnomo.

La nostra ultima sera a Wroclaw continua all’insegna della rivoluzione. Con un po’ di fortuna infatti riusciamo a trovare un tavolo libero al Konspira, un curioso ristorante che ripercorre gli anni dell’opposizione anticomunista. Breslavia ha un forte passato di resistenza al regime comunista. Era proprio in questa città polacca infatti che erano attive le maggiori organizzazioni di protesta, tanto da essere chiamata la Fortezza della Solidarietà. I cospiratori erano soliti riunirsi in abitazioni private e lì preparavano i volantini contro il regime.

Konspira,Breslavia

Alcuni particolari all’interno del Konspira

Il Konspira al suo interno riprende gli appartamenti in cui si ritrovavano i cospiratori, qua e là scritte che inneggiano a Solidarnosc, elmetti militari come lampade e gnomi disegnati sulle pareti. Anche i nomi dei piatti del suo menù richiamano alla protesta, come i pierogi anticomunisti, la cena del cospiratore o lo stufato della solidarietà polacca-ungherese.  Al suo interno si trova anche una stanza segreta a cui si accede attraverso un armadio.

Konspira,Breslavia

Il menù della Solidarietà

Konspira,Breslavia

Il Biergarten

Nel Biergarten figure stilizzate in bianco e nero della popolazione, immagini che raccontano gli eventi di quegli anni ed una camionetta della polizia militare. I piatti serviti sono quelli della tradizione polacca e le porzioni generose come sempre in Polonia.

Cosa vedere: il Quartiere delle Quattro Fedi

La nostra ultima mattinata a Breslavia ci porta alla scoperta di un distretto a sud ovest di Rynek che potremmo definire degli incontri e del rispetto. Qui infatti sorgono a breve distanza l’una dall’altra i luoghi di culto di quattro differenti fedi religiose: una chiesa luterana, una ortodossa, una cattolica ed una sinagoga. Sebbene si tratti di un piccolo quadrilatero delimitato dalle vie Kazimierz Wielki, St. Antoni, Paweł Włodkowic, and St. Mikołaj si è soliti definirlo il Quartiere delle Quattro Fedi.

Chiesa Sant'Antonio da Padova,Breslavia

La chiesa di Sant’Antonio da Padova

Non è solo la vicinanza dei diversi luoghi di culto a renderlo un distretto unico votato al rispetto di differenti fedi. Le quattro comunità religiose collaborano tra di loro nell’organizzazione di eventi e di attività che possano coinvolgere la cittadinanza.

Il quartiere, forse per l’orario, ci sembra molto tranquillo ma le strutture esterne con sedie e tavolini tradiscono una vivacità serale. Di tanto in tanto veniamo incuriosite da alcuni cortili. Superati gli archi eccoci immerse in deliziose corti avvolte nei colori di giardini verticali.

Persino la Sinagoga della Cicogna Bianca davanti a cui passiamo un paio di volte prima di trovarne l’ingresso si trova all’interno di un cortile.  Unico luogo di culto ebraico sopravvissuto alla follia nazista, la sinagoga ha uno stile semplice ed elegante. Al suo interno è ospitato il Centro di Cultura Ebraica e spesso viene utilizzata come sala da concerto. Neoclassica nei suoi interni, non ha la bellezza abbagliante della Sinagoga Grande di Budapest o di quella di Gerusalemme a Praga ma ne sono comunque affascinata ed ancora più di me lo è la piccola viaggiatrice che non è mai stata in un luogo di culto diverso da una chiesa.

La Sinagoga della Cicogna Bianca,Breslavia

La Sinagoga della Cicogna Bianca con i suoi interni neoclassici

La Sinagoga della Cicogna Bianca,Breslavia

La Sinagoga della Cicogna Bianca

Una targa nel cortile ricorda che proprio qui, tra il 1941 ed il 1944, venivano raggruppati gli ebrei rastrellati prima di essere mandati a morire nel campo di Terezin. Al suo interno è ripercosa la vita della comunità ebraica a Breslavia ed una serie di fotografie racconta la sinagoga. Non dimenticate di visitare il piano superiore che è quello della balconata, riservato a donne e bambini.

Per ritornare al discorso dei meravigliosi cortili, in quello che accoglie la sinagoga si trova il Mleczarnia Cafe con il suo gigantesco castagno alla cui ombra si può godere di un momento di pace lontano dal trambusto della frenetica vita cittadina.

Mleczarnia Cafe, Breslavia

All’ombra del grande castagno

Quartiere delle Quattro Freddi, Breslavia

Oltre l’arco il cortile della sinagoga

Gironzoliamo ancora tra le vie silenziose del Quartiere delle Quattro Fedi fino a spingerci lungo il viale alberato che costeggia il Fosa Miejska, il fossato che abbraccia la città vecchia da ovest ad est. Una volta qui si trovavano le antiche mura con torri difensive e bastioni. Una zona della città immersa nel verde tra parchi, piste ciclabili e vie pedonali in cui domina il silenzio rotto solo dallo scorrere del fiume.

Ahimè il tempo è tiranno e dobbiamo tornare verso l’hotel per recuperare i nostri bagagli e dirigerci in aeroporto.  Ah quanto ci sei piaciuta Breslavia! Sarà stata quella tavolozza di colori pastello che è Rynek oppure l’atmosfera vibrante e giovanile che si respirava ad ogni angolo, fatto sta che ti abbiamo proprio amata. Non avrei mai creduto potessi scalzare dal mio cuore Cracovia con il suo fascino mitteleuropeo.
E così al termine di questo viaggio la Polonia entra di diritto nella mia lista di nazioni che meritano di essere visitate in lungo ed in largo. Una vera scoperta nel panorama europeo.
Ripenso alla frase che mi sono sentita ripetere continuamente prima di partire e sorrido.
Cosa c’è in Polonia?

Dovreste proprio scoprirlo.