Il Golem di Praga tra mitologia e folklore
Le strade acciottolate di Praga che dal mio hotel a Mala Strana mi conducono verso la fermata di Staroměstská sono bagnate da una fitta pioggerellina che scende ininterrottamente. La foschia avvolge gli affascinanti edifici medievali e barocchi: la misteriosa Praga dei romanzi e delle leggende è davanti ai miei occhi.
Se la presenza costante e silenziosa di Kafka sullo sfondo della città, nei negozi di souvenir, nelle caffetterie, lungo la riva della Moldava è palpabile, più misteriosa è invece quella di altre figure leggendarie.
Il Golem
Uno dei personaggi più noti della mitologia e del folkore ebraico è quello del Golem, una creatura di argilla portata alla vita grazie alla combinazione di lettere tratte dal Sefer Yetzirah, il più antico testo dell’esoterismo ebraico. Secondo la tradizione, la creatura dai tratti orientali, con gli occhi a mandorla e senza barba, riesce a prender vita grazie a rituali mistici.
Alcuni riti prevedono che si incida sulla fronte del Golem la parola Emeth, uno dei 72 nomi di Dio nella tradizione cabalistica, altri invece che la si scriva su un foglio e la si inserisca sotto la lingua dell’essere.
Da questo Shem dipende la vita della creatura. Non è infatti una qualche forma di magia ad animare il Golem bensì il potere creativo delle lettere dell’alfabeto ebraico. Basta cancellare infatti la lettera E dalla parola Emeth per cambiare il significato della parola scritta sulla fronte. Meth in ebraico vuol dire morte. Ed è così si toglie la vita al Golem.
Tante sono le leggende talmudiche legate a questa creatura, lo stesso Adamo per esempio viene chiamato Golem per dodici ore prima che gli venga infusa l’anima.
È indubbio che questa figura abbia ispirato personaggi immaginari che tanta fortuna hanno avuto nella letteratura. Penso a Frankenstein o agli orchi forgiati dal fango nel Signore degli Anelli o a tutti i moderni automi della storia cinematografica e letteraria.
La leggenda del Golem di Praga
La leggenda più famosa tuttavia resta quella del Golem di Praga. Forse la capitale boera non sarebbe quella città misteriosa capace di ispirare scrittori ed artisti senza il mito di questo essere animato creato interamente da materia inanimata.
Quella del Golem di Praga è una leggenda in cui il mito si confonde con la realtà, questo perchè Jehud Löw ben Bezalel, il rabbino e cabalista che porta alla vita la creatura di argilla, visse davvero a Praga nel XVI secolo.
Erano gli anni dei pogrom e nonostante Rodolfo II d’Asburgo fosse un sovrano illuminato, la comunità ebraica di Praga era continuamente esposta ad attacchi antisemiti. Gli ebrei praghesi erano confinati in un piccolo quartiere chiuso da mura e vivevano in un continuo stato di paura accusati di ogni possibile nefandezza.
Fu in questa circostanza che Rabbi Löw, grande esperto di Cabala e di esoterismo, decise di modellare un gigante di argilla per proteggere la sua comunità. Creare una nuova vita era assolutamente vietato persino a grandi mistici come il rabbino ma in gioco c’erano le vite di migliaia di ebrei. Profetico fu un sogno in cui gli si ordinava di distruggere le città nemiche di Israele. Löw, usando le formule dello Zirufin contenute nella Torah, diede vita al Golem.
La creazione
Nel buio della notte più scura, lungo le rive della Moldava, il rabbino con l’aiuto del genero, sacerdote ebraico, e di un levita, cominciò i rituali per la creazione del Golem.
Il rituale della forgiatura prevedeva la presenza dei quattro elementi: fuoco ed acqua rappresentati dal genero e dal levita, ed aria e terra, rappresentati dal rabbino e dall’argilla rossa.
Una volta plasmata la creatura da un blocco di argilla, il rabbino vi pose nella bocca uno Shem scritto su una pergamena e per dargli vita pronunciò queste parole “E soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo diventò un essere vivente”
E fu così che il Golem prese vita.
La creatura, chiamata Josef, priva di coscienza e sentimenti, svolgeva i più disparati compiti per il rabbino e per la comunità. Durante lo Shabbat, quando non gli era permesso lavorare, il rabbino lo rendeva inanimato togliendogli dalla bocca lo Shem.
Un giorno Rabbi Löw andò in sinagoga dimenticandosi di estrargli la pergamena. Fu così che il Golem fuggì per le strade di Praga seminando terrore ed uccidendo qualsiasi essere animato trovasse sul suo cammino.
Appresa la notizia, il rabbino si precipitò a casa dove riportò la creatura al suo stato inerme togliendogli per sempre lo Shem dalla bocca.
Rabbi Löw nascose il Golem in un angolo della soffitta della Sinagoga Vecchia Nuova, dove si narra si trovi ancora.
È sceso il crepuscolo tra quel dedalo di viuzze di Josefov, il quartiere ebraico. Dei turisti finalmente non c’è più ombra. Passeggio in solitudine mentre la pioggia continua a battere sul mio ombrello.
Per un attimo mi sembra di scorgere un’inquietante figura tra le ombre. Accelero il passo con un po’ di ansia addosso. Il suono del tram è un sollievo. Ci salto su e sprofondo sul sedile. Metto la mano in tasca e tiro fuori un pacchetto con un piccolo Golem. Porto con me un po’ della misteriosa Praga.
Non sapevo di Adamo. Che bello, mi hai riportata tra le strade di Praga. Ricordo di essermi persa nel quartiere ebraico proprio per cercare la soffitta di Rabbi Low. Alla fine è stato più facile trovare la sua tomba in quel dedalo di lapidi nel cimitero. Di questi tempi Praga dev’essere davvero affascinante… magari con pochi turisti per le strade e più possibilità di avvistare esseri di fango 😉 Mi ha sempre inquietato questa leggenda, figurati che il souvenir del Golem neanche lo volevo acquistare 😛
Bellissima la foto in b/n dal Ponte Carlo!
Ma quanto ci piacerebbe Praga d’inverno? Resta sempre una delle capitali europee più affascinanti tanto che ho desiderio di portarci George andandoci per la terza volta.
Quando ho visto quel piccoletto d’argilla non sono riuscita a resistere! Certo che Praga si sposa bene col mistero. Ero sicura che anche tu fossi andata alla ricerca del Golem.
Che bello sentirti Daniela :*
Cara Simona, stavolta mi sono divertita di gusto leggendoti. Conoscevo a grandi linee il Golem, ne ho persino una calamita sul frigo, ma scoprirne la storia in modo così dettagliato
è tutta un’altra cosa. Inutile dire che a Praga tornerei subito. È passata una vita davvero…un weekend di dicembre freddissimo ( a te sarebbe piaciuto!) E tutto sommato un dolcissimo ricordo. Sai bene che con il freddo ho un rapporto non proprio ottimale!
In questi giorni mi sento un po’ nostalgica. Nonostante sia stata a Praga già 2 volte mi piacerebbe tornarci e proprio in inverno. Sono sicura l’amerei allo stesso modo.
Veramente affascinante questa storia. Ti fa a approcciare alla città in maniera diversa. Con Praga ho un conto in sospeso e per questo prima o poi ci tornerò. Ma ora la guarderò diversamente..
Credo che Praga sia una di quelle città in cui poter tornare scoprendo sempre qualcosa di nuovo. E poi è così ricca di misteri
Devo ricordarmi del Golem quando visiterò la Sinagoga e Praga stessa. Mi hanno sempre affascinato queste storie misteriose ed esoteriche sulla storia dei popoli,
Tra l’altro Praga nasconde misteri su misteri. Credo una delle capitali europee più affascinanti