Turchia tra tradizioni, storie e folclore

Turchia tra tradizioni, storie e folclore

Last Updated on 14 Febbraio 2022 by Simona Viaggia Come Il Vento

La Turchia mi aspettava ad aprile. Quando mandorli ed albicocchi colorano la campagna e l’afa non ha ancora avvolto il Paese. Quando le città tornano alla vita e compaiono i primi tavolini all’aperto e le serate fuori sembrano giorni di festa. Quando Istanbul si tinge di fuxia per gli alberi di Giuda in fiore.

La primavera invece è scivolata via lasciandoci tutti a terra, stretti nei nostri confini, stretti nelle nostre città.  Così la Turchia con il suo caldo abbraccio è rimasta nel cassetto dei viaggi in programma. Mi sarebbe piaciuto tornare a raccontare di nuovi luoghi, dei fiumi di çay bevuti, della mia dipendenza da lahmacun e della sveglia al suono dei muezzin ma per quest’anno sembra che questo viaggio non s’ha da fare.

Ma seppur lontana, la Turchia è una parte della mia quotidianità. Con gli anni le telefonate di lavoro sono diventate chiacchierate tra amici e si sono arricchite di storie e di momenti di vita. Ieri il mio amico Oguz mi ha mandato alcune foto dei tigli in fiore della sua casa sulle montagne di Maraş raccontandomi di come il loro profumo stordisca e delle api che volano attorno inebriate.

Turchia

Il tiglio in fiore

Per un attimo mi è sembrato di sentire quella fragranza. Adoro il profumo del tiglio.
Ho pensato allora che posso farvi viaggiare con me in Turchia anche da qui, che ci sono ancora tante storie di cui parlarvi.

La Turchia e la superstizione

Anche la Turchia, come qualsiasi altra nazione, ha la sua bella dose di superstizione e di gesti scaramantici. Molti di voi avranno sentito parlare del Nazar Boncuğu, l’amuleto turco per eccellenza contro il malocchio, che probabilmente conoscerete con il nome più familiare di occhio di Allah. Quello che per molti è un grazioso souvenir  in realtà è un oggetto che racchiude 5.000 anni di storia turca. Se volete saperne di più trovate QUI la sua storia.

Ad incuriosirmi è stata un’altra pratica, tra l’altro diffusa anche in alcuni Paesi del Nord ed in Germania, che consiste nel trovare protezione dal male versando piombo fuso nell’acqua. Questo strano rituale si chiama kurşun dökme. La persona che ritiene essere vittima del malocchio viene fatta sedere e coperta con un lenzuolo. Mentre qualcuno intona preghiere tratte dal Corano, una donna versa del piombo fuso in una ciotola di rame contenente acqua fredda posta sulla testa della vittima.

Turchia

Il rituale del kurşun dökme. Foto presa dal web

Ogni qualvolta che il piombo tocca l’acqua assume forme diverse che vengono interpretate dalla donna che esegue il rituale. Se le forme sono troppo appuntite, vuol dire che effettivamente la persona è vittima del malocchio. Sarà lo stesso piombo fuso, attraverso il rito della colata in acqua, a liberare il malcapitato dal sortilegio.

Il Giorno dell’Oro

Quella dell’Altın Günü, il Giorno dell’Oro, è una tradizione tipicamente femminile, diffusa soprattutto in Anatolia, che ha una funzione non solo sociale ma anche economica. Le donne, riunite in gruppi di una dozzina, si accordano per incontrarsi periodicamente, di solito una volta al mese, per chiacchierare, mangiare assieme e naturalmente bere l’immancabile çay.
A turno ogni membro  ospita le altre partecipanti cosicché nel giro di un anno ognuna avrà accolto nella propria casa le altre donne del gruppo. Le riunioni di solito si tengono nel primo pomeriggio quando gli uomini sono a lavoro e durano alcune ore.

Ma non si tratta di un semplice incontro tra amiche. Durante queste riunioni, ogni ospite porta in dono alla padrona di casa una moneta d’oro di pochi grammi. In questo modo le donne, soprattutto nelle aree rurali, hanno la possibilità di raggranellare delle piccole quantità di denaro dalla vendita dell’oro. Laddove non esista una vera necessità economica, il Giorno dell’Oro si rivela essere una formidabile opportunità di integrazione per le nuove donne di una comunità.

Turchia

Foto presa dal web

Il fidanzamento ed il caffè in Turchia

Tempo fa vi ho raccontato di come il caffè sia un vero e proprio patrimonio della cultura turca. In una tazzina di caffè c’è tutto il senso di ospitalità del popolo turco. Persino il rituale del fidanzamento passa dalla sua preparazione. Affinché la suocera accetti la futura sposa è necessario che questa sappia preparare il caffè a regola d’arte. E spose che volutamente hanno rovinato questo momento, nel caso di matrimoni combinati, ce ne sono state.

Turchia

Credit to Foto di nokta_cizgi da Pixabay

Il caffè è parte della preparazione del matrimonio stesso. Una volta accettata la proposta di matrimonio, la famiglia dello sposo fa visita a quella della sposa portando in dono un mazzo di rose rosse, una scatola di cioccolatini e naturalmente l’anello per chiedere l’approvazione ai più anziani della famiglia.
Durante questa cerimonia viene servito il caffè ed è tradizione che quello dello sposo sia salato. Per dimostrare di essere disposto ad accettare qualsiasi desiderio della futura sposa, il povero fidanzato deve mandar giù tutto l’amaro (o sarebbe meglio dire salato) sorso come dimostrazione d’amore.

Vivranno felici e contenti?

Il Tamburino del Ramadan

Nel buio della notte, nel mese sacro del Ramadan, le strade turche si svegliano al suono sordo dei colpi di tamburo nel nome di un’antica tradizione di epoca ottomana.  Poco dopo le 2, i tamburini cominciano il loro giro notturno per avvisare i musulmani osservanti che presto albeggerà e che è tempo di consumare l’ultimo pasto permesso, il sahur, prima di una lunga giornata di digiuno.

Turchia

I Tamburini del Ramadan. Foto presa dal web

I tamburini solitamente non suonano solo il tamburo ma cantano e recitano poesie e si tramandano questo mestiere di padre in figlio. La prima notte del Ramadan di solito intonano una canzone tradizionale per salutare l’arrivo del nono mese dell’anno del calendario lunare musulmano ma non vi è giorno in cui il suono del tamburo non sia accompagnato da nuove canzoni. Purtroppo è una tradizione che lentamente va scomparendo perchè tra telefoni, allarmi ed altre diavolerie è difficile che qualcuno si perda il sahur. Alcune municipalità vietano questa tradizione per una questione di inquinamento acustico, in alcuni casi invece sono gli stessi residenti a non gradire di essere svegliati.

Danze tradizionali

I turchi ballano, eccome se ballano. Mi sono sorpresa spesso a guardarli mentre, al suono di musica tradizionale, sollevano le braccia con movimenti lenti ed armoniosi ed incrociano i piedi seguendo un movimento laterale. Il tutto con una tale naturalezza che credo che faccia parte del loro dna.

I balli tradizionali sono talmente radicati nella cultura turca che ogni regione ne ha uno suo. Tra varianti regionali e locali se ne conteranno 4000. Di solito vengono eseguiti durante le cerimonie nunziali o di fidanzamento, per salutare qualcuno che parte il servizio militare o durante le feste nazionali e quelle religiose.

Turchia

Foto presa dal web

Non sono semplici balli quelli tradizionali. Ognuno di essi ha una storia da raccontare. Che sia l’arrivo della primavera o il tempo del raccolto, che sia il rapporto dell’uomo con gli animali e la natura. Alcuni imitano una scena di battaglia o celebrano un eroe, altri le movenze di animali.

Turchia

Foto presa dal web

Perché i turchi si toccano i denti quando hanno paura

Dovete sapere che ho scoperto recentemente che molti lettori giungono sul mio blog per cercare una risposta ad una domanda: perché i turchi si toccano i denti quando hanno paura.
In tutta onestà devo dire che nei miei dieci anni di viaggi in questo Paese e di giornate trascorse in compagnia di turchi non avevo mai fatto caso a questo dettaglio.
Non mi spiegavo questo improvviso interesse finchè i miei stessi lettori non mi hanno parlato della passione per l’attore Can Yaman, ormai idolo indiscusso in Italia.
Ma torniamo ai denti.

Foto presa dal web

Questa storia mi ha incuriosita e così ho deciso di chiedere ai miei amici il motivo di questo gesto. Quasi tutti sono stati sorpresi dalla mia domanda. Nemmeno loro ne erano a conoscenza o meglio: non ci avevano mai fatto caso. Un gesto innato insomma, senza spiegazione.

Finché un amico non mi ha finalmente illuminata svelandomi l’arcano mistero.
Toccandosi i denti i turchi mimano il gesto di rimetterli a posto. Secondo una credenza popolare infatti un forte spavento può far cadere i denti superiori.
Mio caro lettore che sei giunto fino a me per risolvere un dubbio amletico, spero di essere riuscita finalmente a soddisfare la tua curiosità sui denti 🙂

(E mi auguro di esserlo stata anche per tutti gli altri simpatici blogger che hanno attinto al mio articolo per scriverne uno quasi identico)

Quanto alla Turchia, per il momento, dovrò accontentarmi di riviverla attraverso i ricordi. Come quella serata di primavera di qualche anno fa, seduta all’aperto in uno dei localini di Taksim. Una band suonava musica turca dal vivo e si respirava un’atmosfera di libertà. I ragazzi ai tavolini facevano ondeggiare con movimenti sinuosi le braccia in aria al ritmo di musica mentre alcune ragazze danzavano un halay sventolando un fazzoletto.