Fare un’esperienza all’estero? Sì! Ecco come fare.

Fare un’esperienza all’estero? Sì! Ecco come fare.

Last Updated on 7 Aprile 2021 by Simona Viaggia Come Il Vento

Se c’è una cosa che posso affermare senza ombra di dubbio è che fare un’esperienza all’estero in gioventù è stata la scelta migliore che potessi fare nella mia vita. Sono passati ventisette anni (ebbene sì, non sono più una giovincella) eppure non mi sono pentita affatto di quella decisione.
Non importa che tutto ciò abbia comportato il mio ingresso in ritardo nel mondo universitario. Per non parlare poi di buona parte dei miei studi all’estero non riconosciuti (sì, questa è stata un po’ più dura da mandare giù).

È stata un’esperienza di formazione che mi ha fatto mettere in gioco anima e corpo e che ha reso possibile qualcosa che non avevo messo in conto: la mia trasformazione.
Sfatiamo il mito che per fare un’esperienza all’estero si debbano avere possibilità economiche. Io non ne avevo affatto eppure sono riuscita a farne sia in Germania che nel Regno Unito, da dove tra l’altro sono riuscita a tornare a casa anche con qualche soldino in tasca.

Come fare un’esperienza all’estero

Au Pair

Trascorrere un periodo di tempo all’estero come au pair è tra le esperienze possibili quella più diffusa e radicata nel tempo e nonostante i decenni sulle spalle è ancora una soluzione che continua a far girare per il mondo migliaia di ragazzi tra i 18 ed i 30 anni. Ragazzi e ragazze, perchè quello alla pari non è un mondo che guarda solo al genere femminile.

Il bro pair, la versione maschile, infatti non è poi così insolito come potreste immaginare. Pensate che già 27 anni fa quando ero a Berlino come ragazza alla pari, uno dei miei compagni di scuola era lì per lo stesso motivo.  Una categoria quella dei bro pairs richiesta soprattutto laddove ci sono figli maschi e si cerca la figura di fratello maggiore. Ovviamente ai ragazzi si richiede una certa familiarità con la cura dei bambini.

Compiti dell’au pair

Ma di cosa si tratta? Un’esperienza all’estero alla pari consiste nel trascorrere un periodo di tempo di almeno 6 mesi presso una famiglia per occuparsi dei bambini. In cambio di vitto, alloggio e di un compenso settimanale bisogna sbrigare alcune faccende domestiche ed occuparsi dei bambini seguendoli nelle attività ludiche o in quelle sportive e portandoli a scuola o al parco.

L’au pair ha un intero giorno libero alla settimana ed alcuni pomeriggi e sere libere. Solitamente la famiglia ospitante si occupa di coprire il costo dell’abbonamento dei mezzi pubblici ed in alcune nazioni partecipa anche a parte della retta scolastica. Nel mio caso per esempio in Germania la mia famiglia mi pagava anche i corsi di tedesco in una scuola di lingue.

Un’esperienza quella alla pari, a mio avviso, altamente formativa. È necessario però che i ragazzi siano consapevoli che non si tratta di una vacanza perchè vivere in famiglia implica dei doveri e degli impegni. In cambio però si ha l’immensa fortuna di apprendere o migliorare una lingua straniera e di vivere in un contesto culturale diverso dal nostro.

Il modo migliore per cercare una sistemazione alla pari è tramite agenzie in quanto potremo sempre contare sull’assistenza per qualsiasi problema, persino per trovare una diversa sistemazione nel caso non si instauri un feeling tra la famiglia ospitante e l’au pair.

Una delle più famose è AuPairWorld ma potreste provare a contattare anche l’ufficio Eures a voi più vicino.
Quando fare un’esperienza all’estero alla pari? Il mio consiglio è subito dopo la maturità.

 

Au pair in UK

Fare un’esperienza come au pair nel Regno Unito dopo la Brexit al momento è diventato davvero difficile per i cittadini dell’Unione Europea dal momento che per loro non è previsto alcun piano di mobilità a differenza di quanto accade per determinate nazionalità.
Si può tuttavia provare a chiedere un visto di studio frequentando un corso di lingue presso scuole certificate ed al contempo lavorare come au pair presso una famiglia fino ad un massimo di 20 ore.
Fare un'esperienza all'estero dopo la Brexit

 

Lavorare in un Summer Camp

Volete migliorare il vostro inglese lavorando nei mesi estivi in cambio non solo di uno stipendio ma di vitto e alloggio? Una soluzione che potrebbe fare al caso vostro è quella di lavorare in un Summer Camp in Irlanda immersi in un ambiente internazionale.

Ogni estate nel Regno Unito ed in Irlanda confluiscono migliaia e migliaia di adolescenti provenienti da tutto il mondo per frequentare i college ed imparare l’inglese e la richiesta di personale per il periodo giugno – agosto è davvero elevata. Non sono richiesti solo insegnanti madrelingua, welfare officer e manager, ma anche activity leader.

Cos’è un activity leader

In cosa consiste quest’ultima figura? L’activity leader si occupa di gestire le attività sportive e ricreative degli studenti al di fuori degli orari di lezione, incluse le visite guidate e le gite in giornata.  Si lavora 6 giorni alla settimana solitamente su tre turni. Lo stipendio settimanale varia a seconda delle organizzazioni ma in media è intorno alle 250 sterline più vitto e alloggio.

Fare un'esperienza all'estero

Non è richiesta una conoscenza perfetta della lingua ma un livello B2 è quanto meno necessario. Considerate che oltre cv e lettera motivazionale vi sarà richiesto di fare un colloquio via Skype. Costituiscono titolo di merito il brevetto da bagnino, abilità sportive o musicali.

Potrebbe esservi richiesto il Disclosure and Barring System (DBS) o il Criminal Record Certificate, ovvero il certificato penale, necessario per svolgere lavori che hanno a che fare con bambini e minorenni.

Come trovare la posizione di activity leader?

La mia prima esigenza appena terminati gli studi universitari era di migliorare l’inglese in modo da avere qualche chance in più nel mondo del lavoro ma non potevo permettermi un corso di lingue all’estero. Il mio tempo, e non solo quello, era limitato: tre mesi prima di cominciare a cercare seriamente un’occupazione e zero risparmi da investire per vitto e alloggio.

In aiuto mi è venuto Tefl.com, uno dei siti di lavoro più importanti per gli insegnanti di inglese come lingua straniera. Ma i college non ricercano solo insegnanti bensì anche personale da impegnare nelle attività con gli studenti. Ho inviato CV e lettera motivazionale e ho cominciato a fare i primi colloqui via Skype. Dopo c’è stato solo l’imbarazzo della scelta.

Fare un'esperienza all'estero

Image by SanDraP from Pixabay

Sono riuscita a trovare un lavoro in un contesto educativo godendo di vitto e alloggio oltre che di uno stipendio ed al mio ritorno le mie capacità di esprimermi in inglese avevano fatto un salto in avanti gigantesco. Un’esperienza all’estero grazie a cui ho posto le basi del mio futuro lavorativo. Certo quando l’ho fatto io la Brexit era lontana ed il Regno Unito non mi era precluso. Ma non dimenticate che sono numerosi i college nella verde Irlanda e sul sito Tefl.com non mancano le offerte di lavoro.

Lavorare in un Summer Camp in UK dopo la Brexit

Lavorare in un Summer Camp nel Regno Unito dopo la Brexit è diventato praticamente impossibile per i cittadini dell’Unione Europea. È ormai necessario richiedere un visto per lavoro con il cosiddetto sistema di immigrazione a punti. Occorrono almeno 70 punti per poter entrare nel Regno Unito. Tre sono i requisiti obbligatori da soddisfare per ottenere i punti, uno di questi è un livello B1 di inglese.

 

Intercultura

Intercultura è un nome ormai storico in Italia per quanto riguarda la mobilità degli studenti delle superiori all’estero. Questa associazione di volontari non promuove semplicemente scambi culturali bensì un’educazione interculturale al fine di favorire il dialogo e ed il confronto tra popoli di culture diverse.

Un obiettivo rivoluzionario da sempre inciso nel DNA dell’associazione. Intercultura infatti nasce da un’organizzazione umanitaria americana i cui volontari, attivi durante le due guerre mondiali, avevano dato vita a scambi culturali per studenti delle superiori per costruire un ponte tra i popoli.
Incontro e dialogo per promuovere la pace.

Intercultura

Foto presa dal web

Ma a chi si rivolge Intercultura? Agli studenti delle superiori tra i 15 ed i 17 anni che hanno voglia di confrontarsi con stili di vita e culture diverse dalla propria. Che la destinazione siano gli USA, l’Europa o l’Asia o qualsiasi altro Paese possiate immaginare, è un’esperienza di crescita per i vostri ragazzi di cui non si dimenticheranno mai. Molti dei volontari dei 157 gruppi sparsi su tutto il territorio infatti sono ex borsisti.

Come si accede al programma

Come si accede ai programmi intercultura? Si può partecipare versando una quota associativa il cui importo varia a seconda della destinazione e del periodo di tempo in cui si resterà all’estero oppure presentando domanda per concorrere all’assegnazione di borse di studio offerte dall’associazione che possono essere totali o parziali. Diverse sono anche le borse di studio sponsorizzate erogate da enti privati.
Intercultura mette a disposizione 2200 posti sparsi in tutto il mondo e ben 1500 borse di studio.

Qualunque sia la modalità di partecipazione ricordate che tutti i ragazzi devono seguire prima un percorso di selezione che verifichi che i ragazzi siano pronti per questa sfida. Vivere lontano con una famiglia sconosciuta e studiare in una nuova scuola è impegnativo e richiede capacità di sapersi mettere in discussione e di affrontare il percorso con entuasiasmo.

Fare un'esperienza all'estero

Image by StockSnap from Pixabay

Una volta superata la selezione lo studente partecipa a percorsi formativi il cui fine è quello di fornire ai ragazzi una serie di strumenti per vivere questa esperienza con serenità e superare tutte le sfide con successo.
L’anno scolastico trascorso all’estero è riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e considerato parte integrante del percorso di istruzione pertanto i ragazzi non perdono l’anno.

Il mondo di Intercultura l’ho vissuto attraverso gli occhi di una studentessa argentina che ha trascorso un anno scolastico presso una famiglia di amici nella mia città. Ero appena tornata dalla mia prima esperienza all’estero ed ero assetata di conoscenza. La seguivo nelle lezioni di italiano. Che gioia vedere un’adolescente con così tanto entusiasmo per un mondo diverso dal suo.

Perchè fare un’esperienza all’estero?

Perchè si parte adolescenti e ragazzi e si ritorna uomini e donne pronti a fronteggiare le sfide di una società sempre più globale grazie alla maggiore indipendenza acquisita e ad uno spirito critico personale.

Fare un’esperienza all’estero? Assolutissimamente sì!

(Articolo aggiornato ad aprile 2021)